Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato il massacro di Hula appellandosi a tutte le parti in causa a cessare immediatamente ogni tipo di violenza. E' quanto si legge nella dichiarazione finale della riunione di Quindici che fanno riferimento sia ai bombardamenti compiuti sulle aree residenziali dall'artiglieria governativa, sia alle uccisioni compiute sul posto attraverso colpi sparati da vicino, armi bianche e abusi di ogni genere. "Questo uso della forza contro la popolazione civile - si legge - costituisce una violazione della legge internazionale e degli impegni presi dal governo siriano con la risoluzione delle Nazioni Unite che prevede di cessare le violenze in tutte le sue forme". Nel testo si sottolinea quindi come "i responsabili di questi atti di violenza dovranno renderne conto". A tal proposito viene chiesto al segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, di "continuare ad indagare su questi attacchi e di riportare l'esito delle indagini al Consiglio di Sicurezza". Viene poi ribadita la richiesta al governo di Damasco di "cessare immediatamente l'uso dell'artiglieria pesante sui centri abitati" e di "ritirare le truppe e l'artiglieria dai dintorni delle città". Si ribadisce poi "il forte impegno per la sovranità, l'indipendenza e l"integrità territoriale della Siria", confermando il sostegno per la piena attuazione del piano dell'inviato speciale dell'Onu in Siria, Kofi Annan.
Il massacro di Hula in Siria ha causato 108 morti, ha reso noto il generale Robert Mood, capo degli osservatori Onu nel Paese, in video collegamento con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche all'Onu. Le stesse fonti hanno rettificato la stima delle 116 vittime, di cui avevano dato notizia poco prima e hanno quindi chiarito che a parlare di 116 morti è stato il 'Free Syrian Army' (libero esercito siriano).
HAGUE A MOSCA PER CONVINCERE RUSSIA - Il ministro degli esteri britannico William Hague vola stasera a Mosca per convincere la Russia ad appoggiare una azione internazionale contro Damasco alla luce del "nauseante" massacro di Hula. "Non è nell'interesse della Russia che la Siria scenda in una vera e propria guerra civile e questo oggi è il pericolo", ha detto Hague. Oggi il Foreign Office ha convocato l'incaricato d'affari siriano a Londra per fargli sentire di persona la condanna del Regno Unito del massacro di Hula dove, secondo gli osservatori Onu, sono stati uccisi anche bambini sotto i 10 anni. La Gran Bretagna ha chiesto oggi la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza per mettere a punto una "forte" risposta internazionale all'escalation delle brutalita". Il sottosegretario britannico al Foreign Office Alistair Burt ha detto che il Consiglio deve poter avere "tutte le opzioni sul tavolo".
OBAMA,SI' MODELLO YEMEN,RUSSIA FRENA CONDANNA ONU - Risolvere la crisi siriana con una soluzione secondo il 'modello yemenita'. Sarebbe questo il piano a cui sta pensando la Casa Bianca, secondo quanto ha anticipato in prima pagina il New York Times. Gli Usa punterebbero a una transizione morbida, che preveda l'esilio del presidente Assad, ma lasci parte del suo governo al potere. Intanto cresce in tutto il mondo lo sdegno per la strage di Hula, tanto che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu s'é riunito in grande fretta, subito dopo pranzo, in questa afosissima domenica, in mezzo al lungo week end del Memorial Day. Secondo il quotidiano Usa, la proposta del piano verrà illustrata dallo stesso Obama al presidente russo Vladimir Putin quando si incontreranno il mese prossimo. E' noto come la Russia si sia opposta sino ad ora a qualsiasi cambiamento di regime ed auspichi una soluzione negoziata tra governo e ribelli. E anche nelle ore precedenti alla riunione odierna al Palazzo di vetro, Mosca ha ribadito la sua netta opposizione a una condanna esplicita del regime di Damasco.
Probabilmente si va verso una dichiarazione più generica di condanna, in cui si chiede la fine delle violenze. Del resto, il piano Obama va proprio in questo senso, prevedendo una soluzione politica negoziata che però possa soddisfare l'opposizione. L'obiettivo della Casa Bianca è di mettere in piedi una transizione simile a quella in corso nello Yemen. Lì, dopo mesi di violenze, il presidente Ali Abdullah Saleh ha accettato di lasciare il potere cedendo il controllo del Paese al suo vice Agbdu Rabbu Mansour Hadi, attraverso un accordo negoziato con i Paesi arabi vicini. Hadi, pur essendo in seguito stato eletto, viene comunque percepito come un leader di transizione. Intanto, la Casa Bianca ha definito la strage di Hula "il vile testamento di un regime illegittimo". Hillary Clinton è tornata a condannare "l'atrocità" del massacro di queste 92 persone, unendosi all'appello mondiale per porre fine al bagno di sangue. "Quelli che hanno perpetrato questa atrocità devono essere identificati e devono renderne conto", ha aggiunto il Segretario di Stato Usa. "Gli Stati Uniti lavoreranno con la comunità internazionale per intensificare la nostra pressione su Assad e i suoi, perché le uccisioni e la paura devono cessare". Ferma condanna anche da parte del capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, che si è detta "costernata" parlando di un "atto odioso commesso dal regime di Damasco". Determinata a fare la sua parte anche la Lega Araba. Il Kuwait, presidente di turno, ha annunciato l'intenzione di convocare una riunione urgente dell'Organizzazione sulla Siria dopo il massacro di Hula. "Il Kuwait contatterà i membri della Lega Araba per una riunione urgente a livello dei ministri degli Esteri per esaminare la situazione e prendere le misure necessarie per mettere un termine all'oppressione del popolo siriano", ha indicato il ministero degli esteri kuwaitiano.
E' appena iniziata la riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu dedicata a quanto sta accadendo in Siria. Sul tavolo una bozza presentata da Francia e Regno Unito, appoggiata dagli Usa, in cui si condanna con forza il regime di Assad, chiedendo a Damasco l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe. La Russia però minaccia di porre il veto, chiEdendo che la condanna delle violenze sia più generica. In videocollegamento coi Quindici anche il capo della missione Onu in Siria, Robert Mood.
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