Dal 2007 a oggi il numero è diminuito del 46 per cento. I tori finiscono al macello anziché nelle arene
Roma, 4 giu. (TMNews) - La crisi finanziaria spagnola non risparmia nemmeno la "fiesta nacional", già peraltro in declino di suo da molto tempo: dal 2007 a oggi il numero delle corride è diminuito del 46% e i tori finiscono ora di preferenza al macello piuttosto che nell'arena, nonostante ciò comporti una notevole perdita finanziaria per gli allevatori.
Come riporta il quotidiano britannico The Times infatti in termini di allevamento infatti la progressiva diminuzione delle corride ha prodotto un'eccedenza di circa 2mila tori che potrebbero non vedere mai l'arena dato che per regolamento vengono utilizzati animali di età compresa fra i 4 e i 6 anni. Come peraltro dimostra la legge di divieto approvata l'anno scorso dalla Catalogna, la corrida, icona della cultura spagnola e grande passione di intere generazioni di turisti, sta diventando tuttavia sempre meno popolare.
Un sondaggio condotto nel 2006 rivelò che l'81% dei minori di 24 anni mostrava disinteresse per la tauromachia: identica la percentuale fra i trentenni, ma soprattutto tra gli ultrasessantenni solo il 41% si dichiarava interessato alle corride, chiaro segno di una decadenza culturale.
La Catalogna, d'altronde, non è la prima regione a mettere fuori legge la tauromachia: già le Canarie vietarono le corride nel 1991, ma nelle isole non se ne svolgeva una da un decennio e l'obbiettivo della legge era in realtà mettere al bando i tradizionali combattimenti fra galli (ancora praticati clandestinamente).
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