mercoledì 27 giugno 2012

QUARTIERE GESSATO.


QUARTIERE GESSATO. Ai Parioli, quartiere altolocato capitolino, un tempo solo noir e conformista, ora più multicolorato e multiparvenu, sono piuttosto stufi, in verità. Tutta questa sventurata storia del Madoff dei Parioli appunto, il grande raggiro truffaldino simil Usa di una banda di acchiapparisparmiatori creduloni e con orticaria da 740, getta un'ombra davvero spiacevole sulla reputazione del quartiere. Che invece può vantare ben altre gloria, altroché! Quella di un abitante di prestigio sempre più alto, che gode con molto entusiasmo della placida atmosfera di mercati rionali e verdi polmoni intorno a casa: è Mario Draghi, il governatore della Banca d'Italia, fede professata la riservatezza estrema, uomo globalmente noto e rara eccellenza nostrana tra i gessati dei board dei padroni del mondo.

GOVERNATORE ALFA. Nelle strade dei Parioli, la Mayfair del Cupolone (quando era in Goldman Sachs viveva a Londra), Draghi senza autisti né auto blu (possibile? possibile), al massimo la moglie alla guida di un'utilitaria molto middle class, nel fine settimana passeggia nei giardini, compra i giornali soffermandosi a lungo davanti all'edicola preferita, fa la spesa al mercato, scegliendo cicoria e melanzane (è anti-maschio alfa, da un punto di vista casalingo) mentre la signora Serena lo aspetta al volante. Fa la fila dal macellaio gourmet del quartiere - famosi gli hamburger di filetto a forma di cuore - ("Governatore, cosa fa qui?", "Quello che fa lei: compro la carne") per acquistare, in genere, il maiale che sa cucinare, si dice, proprio come nessuno.

OBIETTIVO EUROTOWER. Per essere un uomo globale, c'è molta localizzazione nella sua vita. Ma l'economia e la finanza mondiale vanno anche così e il governatore, figuriamoci! Certo, il solstizio d'estate potrebbe segnare la svolta che lo porterebbe lontano dai Parioli, fino all'Eurotower di Francoforte, ufficio del gran capo di Bce, la Banca centrale europea di cui è il candidato italiano. La scaramanzia impone il condizionale, gli equilibri tra gli Stati membri sono quello che sono, ma gli auspici per la decisione di giugno sono rosei. La Francia più che appoggiato, lo ha lodato: "E' un uomo di qualità", ha detto Nicholas Sarkozy, e ce ne fossero. Il "Financial Times" si è sdilinquito, "The Economist" anche e ben prima. Il governo tedesco, invece, che vuole vendere cara la pelle, ha alzato la posta: due posti chiave nei gangli della finanza in cambio del via libera che ancora non c'è. Ma da "Bild" a "Spiegel" a "Faz", non articoli, dolci spartiti da violino. 

CONGIUNZIONI ASTRALI
. Per congiunzioni astrali e fatali, giugno porta altari non solo finanziari, anche matrimoniali: si sposa il figlio di Draghi, Giacomo, ex bocconiano allievo di Francesco Giavazzi, pane quotidiano anche per lui banche e tassi, con Valentina, giovane albergatrice, figlia del proprietario di un albergo ai Parioli, naturalmente più in sordina possibile. La duttilità geopolitica e geoeconomica del governatore è notevole: Washington, Londra, Roma e forse Francoforte. La famiglia è global, local, glocal pure un po' no-global, visto che la nipote Livia Draghi lavora bene ad "Annozero" di Michele Santoro. Altro che Parioli dei Madoff! Il quartiere è molto altro e anche di più, secondo i custodi del modello cultural-residenziale al momento un po' ammaccato: in casa ha la Banca con la B maiuscola, la Banca d'Italia!

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