Il premier siriano diserta e fugge: "E' in atto un genocidio"
Hijab passa con l'opposizione. Esplosione alla Tv di Stato a Damasco. Ad Aleppo raffiche di armi automatiche e bombardamenti

Roma, 6 ago. - Il primo ministro siriano, Riad Hijab, ha annunciato di essersi unito all'opposizione "a causa dei crimini di guerra e del genocidio" commessi dal regime: lo ha reso noto il suo portavoce, Mohamed Otri, intervistato dall'emittente satellitare araba Al Jazeera alla quale ha confermato che Hijab si trova "in un luogo sicuro" insieme alla sua famiglia. Nel documento, l'ex premier afferma che la Siria sta attraversando "delle circostanze terribili, segnate dai peggiori crimini di guerra e dal genocidio contro un popolo disarmato". Il portavoce non ha fornito alcuna indicazione su dove si trovi il premier, che secondo Al Jazeera avrebbe trovato rifugio in Giordania.
Intanto nella capitale del Paese, Damasco, un ordigno è esploso al terzo piano della sede della Tv di Stato a piazza degli Omaiadi, uno dei quartieri più protetti della capitale. Il ministro dell'Informazione, Omran al-Zohbi, ha detto che ci sono molti feriti.
Ad Aleppo invece, seconda città della Siria, bombardamenti e raffiche di armi automatiche hanno ucciso otto civili e un comandante ribelle, secondo le stime dell'Osservatorio dei diritti umani, la ong siriana con sede in Gran Bretagna. I bombardamenti hanno preso di mira il Palazzo di Giustizia, in centro, e i quartieri di Shaar e di Marjé, nella parte orientale. Dall'inizio della giornata 28 persone sono state uccise in Siria.
Intanto nella capitale del Paese, Damasco, un ordigno è esploso al terzo piano della sede della Tv di Stato a piazza degli Omaiadi, uno dei quartieri più protetti della capitale. Il ministro dell'Informazione, Omran al-Zohbi, ha detto che ci sono molti feriti.
Ad Aleppo invece, seconda città della Siria, bombardamenti e raffiche di armi automatiche hanno ucciso otto civili e un comandante ribelle, secondo le stime dell'Osservatorio dei diritti umani, la ong siriana con sede in Gran Bretagna. I bombardamenti hanno preso di mira il Palazzo di Giustizia, in centro, e i quartieri di Shaar e di Marjé, nella parte orientale. Dall'inizio della giornata 28 persone sono state uccise in Siria.
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