Carri armati a Damasco, veto di Russia e Cina all'Onu su sanzioni
Osservatorio siriano diritti umani: temiamo massacro. Civili in fuga. Terzi: col no di Mosca e Pechino aumenterà violenza
Pubblicato il 19/07/2012
Roma, 19 lug. (TMNews) - Carri armati dell'esercito contro il quartiere Qaboon di Damasco all'indomani dei sanguinosi scontri e dell'attentato costato la vita a tre alti dirigenti del regime del presidente Bashar al Assad. Ieri, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani, sono rimasti uccisi 124 civili, 62 soldati e 28 ribelli. L'Osservatorio teme ora "un massacro" a Damasco. "Oltre 15 carri armati e veicoli blindati per il trasporto delle truppe - ha fatto sapere - hanno preso d'assalto la principale arteria del quartiere di Qaboon dove si temono massacri". Intanto Russia e Cina hanno deciso di opporre il loro diritto di veto alla risoluzione presentata dai membri occidentali del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che prevede il rinnovo della missione di osservazione sul cessate il fuoco in Siria, in scadenza domani, per altri 45 giorni e ulteriori sanzioni economiche e diplomatiche nel caso in cui il regime non dovesse ritirare le armi pesanti dalle città. Quello di oggi è il terzo doppio veto russo-cinese ai tentativi dell'Onu di esercitare ulteriori pressioni su Damasco, dall'inizio della rivolta contro il regime, 16 mesi fa. I primi due risalgono all'ottobre del 2011 e a febbraio del 2012. La risoluzione ha raccolto 11 voti a favore e due contrari: due paesi membri del Consiglio si sono astenuti. Il nuovo veto rischia, secondo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, di far "aumentare le violenze nel Paese". Per Terzi è "necessario che la comunità internazionale reagisca in modo diverso con una riunione di emergenza del gruppo 'Friends of Syria', un gruppo che oramai comprende più di 100 Paesi". All'indomani degli scontri tra ribelli e regime di Bashar al-Assad, che hanno registrato il bilancio più sanguinoso di questi 16 mesi di rivolta, tanti civili di Damasco hanno abbandonato diversi quartieri della capitale. La maggioranza delle serrande nelle strade commerciali è abbassata, nei negozi aperti i rari clienti fanno gli acquisti rapidamente. "La gente ha paura, ormai pensano che dopo l'attentato può accadere di tutto", ha spiegato un ambulante nel quartiere di Bab-Touma. Fonti della sicurezza del regime prevedono che "nelle prossime 48 ore continueranno i combattimenti per ripulire Damasco dai terroristi prima dell'inizio del ramadan". "Finora l'esercito ha agito con moderazione, ma dopo l'attentato farà ricorso a tutte le armi in suo possesso per farla finita una volta per tutte con i terroristi", ha riferito la fonte, secondo la quale "l'esercito ha chiesto alla popolazione di allontanarsi dalle zone dei combattimenti mentre i terroristi cercano di usare gli abitanti come scudi umani"
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